L’Anima(le) del museo: la vera storia della creatura fantastica che è nata al Centro Pecci di Prato
Il 5 aprile 2024 al Centro Pecci di Prato si è risvegliato il nuovo Anima(le) del Museo, una creatura fantastica nata da un grande processo collettivo, intergenerazionale e interistituzionale, che oggi ha la sua tana nello spazio esterno del museo.
Prima che la sua storia diventi leggenda e le origini si confondano nel mito, raccontiamo qui cosa abbiamo visto accadere in questi mesi a fianco degli architetti e delle architette di ECÒL e del toy designer e illustratore Luca Boscardin, vincitori del concorso di idee per la progettazione di un nuovo playground negli spazi esterni del Centro Pecci di Prato.
Le foto che accompagnano il racconto sono gentilmente messe a disposizione da ECÒL e realizzate dalla bravissima Claudia Gori (grazie!).
Pazza idea: un playground in un museo!
È dicembre 2022 quando il Centro Pecci di Prato pubblica un concorso di idee per individuare artisti, designer e architetti/e per la progettazione di un playground all’interno del polo museale, basato sulla co-progettazione
con bambine e bambini, ragazze e ragazzi.
Una funzione nuova che si aggiunge alle tante possibilità già offerte dal Centro: oltre al museo, la biblioteca, il cinema, gli spazi laboratoriali, l’urban center, l’anfiteatro etc.
Una funzione rivolta alle persone più piccole che permetta da un lato di coinvolgere ancora di più la città e i suoi abitanti, dall’altro di rigenerare lo spazio che unisce l’edificio storico dell’architetto Italo Gamberini al nuovo edificio di Maurice Nio.
Una sfida irresistibile per gli architetti e le architette di ECÒL, per noi già in passato compagni e compagne di altre avventure alla (ri)scoperta di spazi pubblici, che fanno squadra con l’incredibile Luca Boscardin (ah se ne avessimo avuto uno quando eravamo bambini e bambine!) e ci coinvolgono in un concept tanto semplice quanto affascinante: creare insieme ai futuri utenti del playground un animale fantastico.
Una nuova bestia da abitare e far vivere. Uno spazio di mediazione tra il vecchio e il nuovo, terreno di sperimentazione per mondi immaginari e incontro transgenerazionale.
Un progetto talmente bello da sembrare impossibile e che invece diventa realtà: ad anno nuovo scopriamo di aver vinto il concorso e iniziamo questa bellissima collaborazione.
Come mettere insieme le idee di oltre 350 bambini e bambine in dialogo con un Centro per l’arte contemporanea, uno studio di architettura e un designer?
Come facilitatori e facilitatrici siamo chiamati e chiamate, appunto, a facilitare processi complessi creando le condizioni affinché persone diverse — per età, competenze, interessi, aspettative etc. — possano confrontarsi in modo costruttivo e generativo.
In questo caso intorno al “tavolo” ci sono centinaia di persone, ogni soggetto ha il suo “pezzo” all’interno di un processo collaborativo articolato, si deve agire come filiera permettendo a ciascuno/a di esprimere al meglio le proprie competenze.
Gli studenti e le studentesse di 16 classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Prato, supportati/e dalle insegnanti ed educatrici che organizzano i laboratori partecipativi a scuola, devono creare la base più potente per la progettazione, l’immaginario!
Il gruppo di progettazione deve disegnare il playground nelle sue diverse dimensioni: ECÒL il disegno a terra e Luca Boscardin le strutture 3D.
Alcuni studenti e studentesse del Liceo Artistico di Porta Romana, del Liceo Artistico Brunelleschi di Montemurlo, del Liceo Cicognini-Rodari e del Liceo Gramsci Keynes di Prato danno vita allo spazio partecipando al workshop di realizzazione del disegno a terra del playground.
Le referenti del dipartimento educazione del Centro Pecci coordinano il tutto mantenendo dritta la barra della fattibilità, confrontandosi con vincoli tecnici, programmazione museale, costi ammissibili, tempi stringenti, obblighi del partenariato. La situazione è complessa e non mancano le preoccupazioni.
Come facciamo a spiegare il senso di questo intervento ai bambini e alle bambine che dovranno contribuire al progetto in modo del tutto astratto?
Come far sì che ciascuno/a sia consapevole del contributo che può dare e dell’esito che il percorso può avere?
Come evitare che i piccoli partecipanti restino delusi se poi non vedono la propria creazione realizzata?
Questi interrogativi sono sempre alla base del nostro lavoro, ci aiutano a tracciare quello che definiamo il “perimetro della partecipazione”, un patto chiaro tra le diverse parti in causa che stabilisce le regole del gioco.
E se i partecipanti sono adulti o bambini le cose non cambiano: servono trasparenza, chiarezza, condivisione e soprattutto metodo!
Un toolkit per lavorare insieme
Metodo dicevamo, per tracciare una strada comune e mantenerci tutti insieme sullo stesso percorso. La nostra risposta in questo caso è un toolkit a supporto dei laboratori partecipativi nelle scuole: una presentazione del progetto a misura di bambino/a + una scheda-guida per ciascun laboratorio (ogni classe lavora per 3 volte) + un diario di bordo da compilare per raccogliere i risultati di volta in volta + uno spazio cloud per raccogliere i materiali foto e video. Ecco cosa abbiamo scritto ai bambini e alle bambine per iniziare il percorso:
Oggi iniziamo un percorso insieme! nelle prossime settimane ci vedremo 3 volte. La prima volta, oggi, dobbiamo costruire insieme l’immagine di un Animale (reale, fantastico o un po’ reale e un po’ fantastico), conoscere la sua storia e mandarlo in gita in un’altra classe. La prossima volta che ci vedremo, vi arriverà la cartolina di un altro Animale, costruito dai bambini e dalle bambine di un’altra classe. Insieme, dovremmo dargli forma — costruire un grande Animale 3D — e conoscerlo meglio. L’ultimo giorno incontreremo Olivia, Emanuele e Luca e gli consegneremo il nostro Animale e le sue istruzioni per l’uso.
Il nostro lavoro serve a 2 cose, molto importanti: la prima è offrire la nostra creatività a Olivia, Emanuele e Luca che devono disegnare e costruire un Animale nella nuova piazza del Centro Pecci dove tutti e tutte potremo andare a passare il nostro tempo libero; la seconda è raccontare le nostre idee, quello che ci piace e quello che non ci piace, in una mostra che sarà ospitata in tutte le città della Toscana che partecipano a questa attività.
La curiosità di scoprire un immaginario per inventare un nuovo linguaggio
È così che Olivia Gori e Emanuele Barili di Ecol e Luca Boscardin si trovano alle prese con 16 animali fantastici, ciascuno con la propria storia e la propria “carta di identità” prodotta da chi li ha inventati.
Un materiale ricchissimo che, oltre a ispirare il disegno dell’intervento, permette di estrapolare segni e parole che diventano materiale di una mostra esposta nell’Urban Center del Centro Pecci durante l’inaugurazione del Playground, cui partecipano tutti i e le protagoniste, decine e decine di bambini e bambine che finalmente scoprono il nuovo spazio.
L’inaugurazione del 5 aprile ospita anche una tavola rotonda per ripercorrere e condividere tutte le tappe di questo percorso reso così potente dalla grande collaborazione che ha saputo non solo generare ma anche e soprattutto far convergere verso uno spazio di e per tutti e tutte.
Oggi il Centro Pecci di Prato ha un nuovo playground, punto di arrivo di un grande processo di coinvolgimento, punto di partenza per un nuovo modo di vivere il museo quale luogo aperto della città. Chi utilizzerà questo spazio avrà anche a disposizione una brochure illustrata che riporta i suggerimenti dei bambini e delle bambine che lo hanno ideato per interagire con l’Anima(le) del museo.
Per saperne di più
L’Anima(le) del museo è stato realizzato mediante il concorso di idee promosso dal Dipartimento Educazione del Centro Pecci nell’ambito del progetto Ciel’in città, promosso dalla cooperativa Uscita di Sicurezza di Grosseto con un partenariato che comprende, tra gli altri, Comune di Prato e Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.
Il progetto Ciel in Città coinvolge le città di Grosseto, Massa e Prato e ha avuto come obiettivo la prevenzione e il contrasto della dispersione scolastica tramite l’avvicinamento dei bambini e degli adolescenti alla cultura. Tema centrale del progetto è stato quello del gioco in diverse declinazioni: un percorso di riscoperta dei giochi del passato, la realizzazione di una mostra itinerante, la creazione di 3 sculture gioco e la realizzazione, appunto, di un playground.
Il progetto è stato sostenuto da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
Leggi anche le altre storie dell’Anima(le) del Museo
Il racconto di ECÒL
Il racconto di Luca Boscardin
Il racconto del Centro Pecci Prato
Il racconto di Con i Bambini