Libri da regalare e da regalarsi: gli auguri di fine anno di Sociolab
Un altro anno si chiude, tante cose in movimento anche per noi di Sociolab, a volte con la forza di un vortice. Per altro, non ci è sfuggito che brain rot (marciume cerebrale) è stata eletta parola dell’anno dagli editori dell’Oxford Dictionary e che i social — compreso quello su cui probabilmente state leggendo questo messaggio — non godono esattamente di grande reputazione.
Nel nostro piccolo, proviamo a tenere vive le buone abitudini ed eccoci quindi con i tradizionali auguri in forma di consigli di lettura. Perché anche quest’anno i libri ci hanno salvato, sono stati compagni di treni e bus in ritardo, rifugio dallo scrolling infinito, oasi di silenzio tra le riunioni fiume ed i notiziari angosciosi.
E voi? Quale libro vi ha lasciato il segno?
Buone letture e buon tutto!
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I Baffi, Emmanuel Carrère
Con gli auguri di Chiara Montoci
È quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. Ma ci sono scherzi (Milan Kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi…….
Un vero trip, anche divertente.
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Storia di mia vita, Janek Gorczyca
Con gli auguri di Cristian Pardossi
Janek Gorczyca non è uno scrittore, o almeno non è quel tipo di scrittore che tutti ci immaginiamo davanti al suo portatile intento a scrivere una storia in una stanza piena di libri e la musica in sottofondo. Janek è un uomo di origine polacca che vive da trent’anni in Italia — nello specifico a Roma — senza una dimora fissa. Fa parte di quelle persone spesso definite “invisibili” che popolano le nostre città e che molti guardano distrattamente, talvolta con pena o indifferenza, convinti che non abbiano storie degne di essere raccontate, tanto meno in un libro. E invece grazie a Janek possiamo finalmente scoprire un’esistenza ricca di umanità: “Storia di mia vita” è una testimonianza unica, scritta in prima persona da Gorczyca in una lingua ruvida, un italiano “scorretto” e per questo più vero e affascinante. Un libro che mi ha riportato alla mente la nostra visita al Piccolo Museo del Diario, e alle tante storie popolari che quello scrigno racchiude. Un racconto aspro e per certi versi avventuroso, così com’è stata la vita da strada dell’autore, fatta di espedienti, dolori, fatiche, rischi e pericoli, ma punteggiata anche da grandi amicizie e d’amore.
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La stanza di Giovanni, James Baldwin
Con gli auguri di Neusa Tsimba
Recensione: Auguro a chi leggerà “La stanza di Giovanni” di chiudere il 2024 trovando in queste pagine una nuova chiave di lettura per le proprie emozioni e i propri desideri. Baldwin invita a riflettere sulla complessità della ricerca di sé, senza mai dare risposte definitive, ma lasciando domande che risuonano. Che questo libro vi possa accompagnare verso un anno in cui sentirsi più vicini alla propria autenticità.
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Il fuoco che ti porti dentro, Antonio Franchini
Con gli auguri di Lorenza Soldani
Parlare delle madri è sempre complicato, leggere delle madri forse ancora di più. Perché leggendo pensi “è come mia madre” e poi alla pagina successiva “menomale che non è come mia madre” e alla fine, forse come in tutti i libri ma forse un po’ di più, ci trovi cose personali, cose familiari, ci trovi cose.
La napoletanità nel racconto è determinante per la simpatia che questa donna (l’autore, il figlio, la chiama per nome, Angela) suscita nonostante tutto, nonostante le cose atroci che escono dalla sua bocca e i comportamenti che producono effetti non banali sulle persone che le stanno intorno.
Forse è un libro che esplora le relazioni e gli affetti più che concentrarsi esclusivamente sulle madri. In ogni caso mi piace l’idea di affrontare il tema delle madri terribili e dei figli un po’ arresi.
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I Fiori Blu, Raymond Queneau
Con gli auguri di Nicolò di Bernardo
Non si può scrivere la recensione di un sogno, e neanche della realtà.
Se cerchi qualcosa di lineare non leggere questo libro. E non dormire mai. E non vivere neanche!
Tanti auguri, e se non ci rivediamo: buona lettura, buongiorno e buonanotte
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Works, Vitaliano Trevisan
Edizione Einaudi ampliata con l’inedito “Dove tutto ebbe inizio”
Con gli auguri di Giulia Maraviglia
In un’epoca storica in cui “farcela” pesa come un diktat imposto da non si sa bene chi, il lucido racconto di chi ha preso le misure con il “non farcela”. Un’autobiografia che è anche testamento, che è anche testimonianza storica di un Paese, il nostro, che continua a viaggiare senza guardare mai indietro né a chi resta indietro.
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Ho paura torero, Pedro Lemebel
Con gli auguri di Francesco Ranghiasci
In una dittatura ogni pensiero, ogni sogno, ogni emozione si tinge di disperazione.
Persino l’amore.
Ma alcuni amori sono più disperati di altri.
Al centro di questa vicenda ci sono il Cile di Pinochet, una Fata e il suo amore per lo studente Carlos: un amore talmente puro, disperato e consapevole della propria impossibilità da diventare quasi universale.
Non c’è ragione in questa storia.
Solo l’umanità come unica forma di resistenza all’indifferenza e alla brutalità, per chi vive in un’epoca disumana.
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L’educazione, Tara Westover
Con gli auguri di Margherita Mugnai
Ok, lo ammetto: i criteri che mi sono autoimposta per scegliere il libro del nostro rito, quest’anno mi hanno sopraffatta. Ogni anno, il libro deve essere scritto da un’autrice donna (ci tengo a sostenere le mie sorelle scrittrici), comprato in una libreria indipendente e, se possibile, non troppo triste. Poi definire “troppo triste” è tutta un’altra storia, ma vabbé.
Quest’anno sono arrivata in super ritardo e convinta di aver letto solo libri belli ma tristissimi o introvabili. Alla fine, però, ho pescato dalla memoria e dallo scaffale L’educazione di Tara Westover. Questo non è certo un libro senza tristezza. La storia di Tara e della sua famiglia è straziante, ma è anche una incredibile storia di riscatto. E suscita emozioni intense che vanno oltre la tristezza.
È un memoir che ho divorato, fino a notte fonda. È la prima opera dell’autrice, e chissà se ce ne saranno altre o se invece le basta aver scritto questo. Racconta il potere del conoscere per conoscersi, e dell’educazione come strumento per aprirci a noi stessi e al mondo, a costo, a volte, di chiudere dolorosamente ad una parte importante delle nostre vite.
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Gli Anni, Annie Ernaux
Con gli auguri di Silvia Givone
Fino a poco tempo fa pensavo che le autobiografie fossero un genere di nicchia per dare sfogo al narcisismo di chi non ha più nient’altro da dire e che non potessero essere considerate veramente letteratura.
Ecco, questo libro è la dimostrazione dell’infondatezza di questo pregiudizio.
Annie Ernaux racconta la storia della sua vita a partire dai suoi ricordi più intimi e personali, dai dettagli che restituiscono la materia impalpabile della memoria: profumi, parole, consistenze e sensazioni. Questo racconto preciso, puntuale, assolutamente individuale, diventa grazie all’incredibile talento di Ernaux, racconto collettivo: affresco storico sociale della Francia dal dopoguerra ai giorni nostri e manifesto politico di autodeterminazione ed emancipazione femminile.
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L’Arminuta, Donatella Di Pietrantonio
Con gli auguri di Enrico Russo
Immagina di avere poco più di 10 anni e di scoprire all’improvviso che la persona che ti ha cresciuto non è la tua madre biologica. Non solo, ma la persona che chiamavi mamma decide di riconsegnarti alla tua “vera” mamma, come fossi un pacco, senza sapere perché. Così inizia l’arminuta, in dialetto “la ritornata”, la storia di una ragazza che si ritrova a fare i conti con una nuova realtà, povera, più ruvida, ma anche più vera. Non serve che aggiunga altro, il resto puoi scoprilo tu leggendo il libro!
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La famiglia Karnowski, I. J. Singer
Con gli auguri di Raffaella Toscano
Si può voler bene ad un libro e ai suoi personaggi? Era da tanto tempo che non provavo un moto d’affetto per i protagonisti di un romanzo, ma in questo caso mi è successo di nuovo. Te che ti stai accingendo a leggere questo romanzo, preparati: i primi capitoli sono un po’ faticosi, io in qualche momento ho pensato di abbandonarlo, ma fortunatamente gli ho dato fiducia e così, lentamente ma in maniera stabile, la famiglia Karnowski mi è entrata nel cuore.
Il romanzo si snoda attraverso tre generazioni: David, Georg e Jegor. La loro storia e il loro esodo, dalla Polonia, alla Germania fino a New York si intrecciano con i principali eventi del novecento, raccontati attraverso l’impatto che hanno sulle loro vite.
A te che hai pescato questo libro nella cesta, auguro di appassionarti, emozionarti e commuoverti quanto me nella lettura e di finire anche tu col voler bene alla famiglia Karnowski.
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Intermezzo, Sally Rooney
Con gli auguri di Irene Ieri
Per chi come me è arrivata a questo dicembre di corsa, senza accorgersi che siamo già alla fine dell’anno, Intermezzo di Sally Rooney è come rilassarsi nella vasca da bagno a fine giornata (o almeno così lo immagino non avendo effettivamente una vasca da bagno): una storia in cui immergersi e farsi trasportare.
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Dalla parte di lei, Alba de Céspedes
Con gli auguri di Giulia Fioravanti
Nella sua prefazione alla nuova edizione del 1994, in cui ha rivisto l’edizione originale del 1949, Alba de Céspedes scrive: “Questo libro è la storia di un grande amore e di un delitto. Quando lo scrissi non sapevo come sarebbe andato a finire. Ma in quell’epoca io credevo assolutamente all’eternità dell’amore”. Ad un certo punto ha quindi smesso di crederci, e lo ha fatto nel momento stesso in cui dava corpo al testo, specchio delle mille vite che una donna attraversa. Vite incarnate dalla protagonista, Alessandra, ma che sono al tempo stesso le vite che tante, e lei stessa, hanno attraversato, presto o tardi.
L’amore di cui il libro parla non è però soltanto quell’amore romantico che attende un altro capace di riconoscerla, ma anche (e forse, soprattutto) l’amore per se stessa, che spinge alla ribellione, a infrangere le regole, a poter esercitare una presa su un mondo che tende inesorabilmente a ricacciarla indietro, al “suo” posto.
In cui la sfera privata si intreccia a quella pubblica, in cui il personale diviene politico.
In cui l’amore diviene metafora di libertà.
Un libro che tenta, dalla parte di lei, di opporsi al fatto che amore (e libertà) possano essere soltanto un’illusione.
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Undrowned. Lezioni di femminismo nero dai mammiferi marini, Alexis Pauline Gumbs
Con gli auguri di Chiara Missikoff
Questo anno le parole di Gumbs mi hanno ispirata, confortata, accompagnata, supportata. Riporto qui l’incipit di uno dei miei capitoli preferiti, con i miei auguri di buone feste.
PRATICA
Quali sono le pratiche intergenerazionali che hanno permesso ad alcune balene e delfini di sviluppare le pinne dorsali? Quale saggezza radicata nell’esperienza è sfociata nella colonna vertebrale e nel grasso, in crescita costante, delle balenottere o nel nuoto laterale dei delfini fluviali? Cosa sanno le balene blu che permette loro di digiunare tutto il giorno e cantare in tutti il pianeta?
Credo nella possibilità di pratiche dorsali, o stabilizzanti, anche nelle nostre vite. E mi impegno a sviluppare la colonna di almeno una persona affetta da scoliosi (io). E’ possibile coltivare pratiche che ci permettano di ritrovarci in un mondo mutevole. Ognuna di noi può sviluppare un approccio consapevole rispetto a ciò che prendiamo e a ciò che restituiamo. Quali sono i percorsi intergenerazionali ed evolutivi che ci fanno coincidere con ciò che pratichiamo? Come possiamo navigare ambienti oppressivi grazie a pratiche di centramento che nutrano senso di comunità, resistenza, e modi di vivere più amorevoli?
…Nelle creature acquatiche la pinna dorsale ha una funzione stabilizzante. Nel movimento incessante dell’acqua, la pinna dorsale fornisce equilibrio, autonomia e supporto nei rapidi mutamenti della vita oceanica. Sì. Ho bisogno di una pinna dorsale per navigare tutti questi mutamenti.
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I miei stupidi intenti, Bernardo Zannoni
Con gli auguri di Maria Fabbri
Un romanzo che scorre veloce, denso di crudeltà, verista ma leggero e a tratti elegante: come a volte è elegante la ferocia.
Questo è il racconto di vita selvaggia e spietata di Archy, voce narrante delle sue stesse vicende: faina zoppa e anello debole della famiglia, tenacemente attaccato alla vita e altrettanto tenacemente incapace di rassegnarsi a non lasciare traccia di sé nel mondo.
Il romanzo d’esordio di un giovane autore: zero Disney, in cui più che riconoscere i tuoi simili negli animali del sottobosco, ti sentirai una bestiolina, piena di grandi interrogativi animalizzati.
Conoscere ci condanna? L’ignoranza può essere la vera forza?
La risposta è il mio più grande augurio da sempre:
che sia la consapevolezza a renderci umani.